Marisa
Polato
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Tracce di me
Marisa
nasce a Desio Milano nel Settembre del 1962 da amorevoli genitori veneti,
secondogenita
di cinque fratelli che ama moltissimo.
Nel
1979 frequenta la scuola di
Figurinista - Disegnatrice per Tessuti a Milano
conseguendone il Diploma.
Nonostante il suo talento per avvicinarsi a un futuro di Stilista, erano periodi difficili per entrare a far parte della moda, anni degli albori di Armani, Fiorucci, Missoni, Valentino, Versace, Trussardi, e altri grandi ma impossibili da avvicinare.
Fin
da piccola coltiva una gran passione per la pittura, l’espressione figurativa e
tutto ciò che è arte.
Passione che ha via, via sviluppato nel corso
degli anni,
fino al punto di conseguire nel 1988, con sua stessa sorpresa
il 1°
premio, con trofeo assoluto,
al concorso Regionale di Pittura,
promosso
dall’associazione Artisti Palazzolesi del quartiere.
Con l’opera dal
titolo”Solitudine” (olio su tela dello stesso anno), di cui, critico, d’arte De
Bono ne presidiava la giuria.
Nonostante
ricerca lavoro come disegnatrice di moda, stilista o figurinista, è indotta a
riporre altrove le sue attese;
facendo di necessità virtù, lavora dapprima
per sei anni, come Cassiera al Centro Commerciale
Carrefour di Paderno Dugnano.
Poi nei dieci anni successivi, come impiagata ufficio vendite
nel settore edilizio,
presso una Multinazionale
di Milano la Tyrolit S.p.A.
Intervallo questo, che le
ha permesso nel 1988 di sposarsi e nel 1989 dare alla luce, la loro vera punta
di diamante,
lo straordinario figlio Michael nato settimino.
Fino a che
purtroppo nel 1994
l’azienda decide di trasferirsi nel veneto
e la sua vita
cambiò un'altra volta.
Nel
tempo non smette di sognare e porta avanti il percorso sulle vie della
scrittura, rendendo manifesta
la sua innata fantasia e immaginazione.
Ciò
nonostante trova occupazioni a tempo determinato;
dal 1995 al 1997 presso il
Castorama,
dopo alla griffe di profumi e cosmetica Saledo.
Finalmente nel 2000
rientra a far parte dei collaboratori del Carrefour a tempo indeterminato.
Nel
tempo in cui riesce nel 2008 a scrivere il suo primo libro “Leonard a
Versailles”
“Concorso Internazionale Il saggio
di Eboli”
dove per la premiazione si reca con gioia nell'incantevole borgo.
Propone poi il libro al Carrefour
Dove per magia oltre che farselo distribuire per un centinaio di copie dal direttore in carica quel periodo,
conosce anche il famoso scrittore
Nicholas Sparks
che con l’occasione presentava la sua nuova opera letteraria "Come un uragano",
mentre si è vista scambiare il suo libro,
con lo scrittore che le da il suo
con dedica che custodisce gelosamente.
Nel
2011 un’altra Casa Editrice le pubblica altri due libri: “Rapsodia delle note
di cielo” e “Walla Walla piccolo fiume”.
Fino al momento in cui a causa di
un’operazione
eseguita male di Ernia discale dove hanno toccato i nervi della gamba destra, si aggrava lo stato di salute,
riscontrando l'acufene grave e la patologia Fibromialgica,
che provoca dolori cronici continui, che impediscono di continuare a lavorare, poiché claudicante
e
perennemente indebolita.
Pertanto a seguito tali riscontri, mi sono vista
costretta mio malgrado a licenziarmi,
per non incorrere a troppi periodi di
malattia.
Tuttavia non ci si arrende a un evidente crepuscolo
e si persegue sebbene a fatica,
Quindi fin che mi è possibile dipingo il mio angolo di cielo.
A seguito ricerche effettuate per creare volume,
presento le mie opere con un’alterativa alla cornice
creandola direttamente con la pittura materica,
con colori primari e varie soluzioni per generare
un effetto completo ed esaustivo.
In un’epoca dove tutto è tecnologico, nel luogo in cui
ormai si fa tutto con l’elaboratore elettronico, piuttosto che affidarsi agli
smartphone per realizzare foto; creare videoclip e la pittura si sviluppa anche
dal computer, mi piace pensare che un artista possa ancora far parlare di se
con le sue opere.
Epoca nella quale siamo pervasi dalla plastica,
che sta
divenendo un serio problema per l’ecosistema,
pertanto desidero intraprendere un
progetto
di pittura non convenzionale.
Inoltre non potrei dipingere se dovessi ogni volta affrontare le spese per
l’acquisto della tela, piuttosto che apportare la solita cornice, che comporta
un costo di sicuro poco accessibile per chi come me è costretto a fare i conti
con un’esigua pensione.
Dall’età di 15 anni ho sempre dipinto, progredendo di volta
in volta, scegliendo di generare opere per poter ricavare qualche moneta, per
andare avanti un pochino meglio,
ricevendo abbastanza consensi, riuscendo a vendere anche bene nonostante fosse
solo tela senza cornice.
Credo che quello che importi sia l’unicità più di ogni
altra cosa, per essere rispettosi nei confronti dell’arte
e per eccellenza della
pittura,
dove è custodito il forziere delle idee e dell’immaginazione,
insomma, la
cassaforte del pensiero che
si apre a generare luce, che diviene opera.
Ebbene in un momento particolarmente difficile a livello economico per me, mentre anche lo stato fisico s’impegna a crearmi difficoltÃ
nel movimento, poiché vincolata alla Fibromialgia che non mi da riposo,
desidero tuttavia come l’aria che respiro poter dipingere.
Perciò ho dato luce a un progetto personale, che talaltro suggerisco a chi è soggetto a dolore cronico, piuttosto che malato di
Fibromialgia, di utilizzare.
usufruendolo proprio come metodo
antisconforto, antidolore, antisofferenza, antitormento,
poiché credetemi, mentre si dipinge il proprio “io”
è trasportato e dislocato
in un’altra dimensione,
condotto in un luogo in cui addirittura si è lontani
dal dolore
e distanti dall’angoscia che sovrasta e domina le nostre giornate.
Per di più ho ormai una vera necessità ,
anzi direi bisogno di dipingere
per sopperire a tutta questa situazione
che sta divenendo
insostenibile,
sia per il dolore, sia per la condizione
precaria economica del
nucleo famigliare.
Pertanto mi vedo portare avanti tale progetto che prevede
anziché utilizzare la classica tela che fra l’altro ha un elevato costo, supporti
sostenibili riportati alla luce, quali possono essere di plastica, cartongesso,
materiali di finitura in masonite e
quant’altro possa divenire un buon supporto sul quale dipingere.
Alla luce di questi dati e della crescente sensibilitÃ
in materia di sostenibilità , il poter dipingere diventa, dunque per me, simbolo
di nuovi manufatti verniciati ecosostenibili.
La speranza ma soprattutto consapevolezza: di una coscienza ecologica che
diventa habitus del vivere quotidiano, considerando ormai la sostenibilità come
uno dei valori irrinunciabili nelle nuove idee di pittura.
valore aggiunto che
costituisce un investimento nel tempo; con le opportunità che ci fornisce
l’ambiente circostante, con i suoi manufatti da rigenerare a un nuovo ciclo
vitale.
Medito spesso sul fatto che
siamo forniti di tutte le particolarità efficaci per raggiungere buoni
risultati nella vita, senza reclamare l’eccesso.
Di conseguenza porsi a lei in totale sintonia ai fini di uno sviluppo
equilibrato, riconoscendo la fortuna acquisita dalla nascita di avere ogni cosa
al suo posto.
Decretando che non ci manca nulla in fondo per
essere felici, giacché siamo dotati della parola, dell’intelletto, della vista,
dell’udito, consci che non siamo privi di gambe; braccia, mani, attributi
questi che fanno di un uomo un complemento in pratica quasi assoluto, degno di
nota e favorito pertanto dalla sorte.
Ritengo pertanto che la ventura si crei da se,
traendo beneficio dai reali significati vitali,
dove anche il solo rallegrarsi
per le piccole cose,
ti fa sentire davvero fortunato.
È in questo modo che vorrei fossero indirizzati i
miei pensieri, volti a includere di vivere in ogni modo felice, nonostante le
ostilità o delusioni che ci investono, dove la particolarità di leggere fra le
note, possa essere sinonimo di rivelazione e a lungo termine divenire un ottimo
espediente per fronteggiare i giorni uggiosi allietandoci la vita in ogni
caso.
Inoltre ho potuto appurare che è stata proprio l’arte
intrinseca in me, che mi ha dato modo di tirare avanti, nonostante le brusche
sollecitazioni che fendono continuamente il tragitto vitale, dove certamente
incidono sull’animo. Pertanto ogni volta è stato necessario reinventarsi,
per
non lasciare libera strada allo sconforto.
Il 2013 anno in cui mi sono congedata dal Carrefour, ho
ricercato di creare qualcosa con la mia arte, per sopperire alla mancanza del
lavoro, dovuta al riconoscimento d’invalidità al 70%, ritenuta inabile al
lavoro per la situazione corporea Fibromialgica, che comprometteva
lo
svolgimento dello stesso in maniera serena.
Ebbene è stato un bell’intervallo a livello artistico,
dove ha prevalso la manualità realizzata con pasta Plus e argilla, con l’idea
di realizzare una bancarella hobbistica.
Però mio malgrado questa ennesima idea l'ho dovuta accantonare, poiché la salute cagionevole non mi ha permesso di sostenere lo sgravio dello spostarsi con il materiale e quello che ne consegue per dare origine
alla stessa.
Pertanto da quando mi è stata riscontrata la Fibromialgia con grave acufene, che non lascia
respiro poiché ingrata, perpetua e ostica, mi rifugio nell’arte, nonostante le
diffuse dolenze che giornalmente mi affliggono, in fondo sto male uguale, tanto
vale creare qualcosa che rimanga nel tempo.
Appunto per questo anche se a fatica, sarei risoluta anziché stare a letto presa dal
dolore fisico,rendermi ancora favorevole e fare qualcosa con la mia arte che ci
possa sollevare, lasciando tracce di me, dove non disdegnerei di
trarne perché no anche profitto, ma si sa gli artisti fanno una vita alquanto
umile e senza un soldo.
Ed è per questo che penso all’encefalo grande perla,
racchiusa nel forziere vitale, gioiello custodito nello scrigno personale è il
primo a subirne le conseguenze soffrendone molto.
Oltre al cuore soffre il cervello, dominatore
indiscusso dell’uomo.
Il gioiello per eccellenza, capace di raccogliere
globalmente qualsiasi nozione e preservarla nel suo archivio, che al momento è
sprovvisto del cestino per eventuali rimozioni.
Se si considerasse spesso, di averne cura, custodirlo
gelosamente, come fosse la cosa più preziosa, dopo il cuore, può darsi che
saremmo più felici, tentando di trovare il modo di percorrere l’autostrada
della vita con più serenità .
Quest’affanno subentra a mio avviso, giacché, non si beneficia, o non
si hanno i mezzi per valersi di quello
che realmente si sognerebbe.
Tutti ambiscono a una vita felice, a vere una famiglia serena,
aspireremmo ad avere i figli vicino, sistemati e sereni.
Sogneremmo che il compagno scelto per la vita, fosse sollevato e
sgravato da problemi, ci piacerebbe saperlo felice, privo di dilemmi, in grado
anche lui, di gioire delle magnificenze notevoli, che il creato ci ha donato.
Ci incanterebbe sapere che gli affetti della nostra vita , le persone che amiamo insmma, siano felici,
senza problemi, continuamente raggianti, in grado di deliziarsi
ed essere
padroni dello spettacolo vitale.
Ambiremmo a un lavoro che ci soddisfi,
soprattutto che lo stesso, rientri nelle nostre capacità e attitudini.
Auspicheremmo fortemente di non farci carico dei problemi economici,
che incidono fortemente sulla serenità della famiglia. Si desidererebbe che i
malanni non facessero parte dell’arco vitale, pur sapendo che ne integrano il
susseguirsi, colmandoci di ostacoli, agevoli o ardui da affrontare.
Giacché la situazione economica pare non andare mai a buon fine,
sfavorita da debiti che negli anni sono divenuti zavorra nel nostro nucleo
familiare, trovo insopportabile la fatidica frase pronunciata da moltitudini di
genti, che asseriscono
“il denaro non fa la felicità ”. Balle!
Dico, anzi, affermo, che invece, favorirebbe
molto la stessa a risorgere, sotto tutti i punti di vista.
Sussistiamo nell'epoca del Web e a oggi il vasto planisfero
virtuale ci consente di svolgere miriadi di realtà straordinarie, che siano
queste lavorative, piuttosto che di giusto relax.
Molti di noi dedicano un po' di tempo alle varie piattaforme, per concedersi il
lusso di poter sfoderare quella parte artistica e fantasiosa che teniamo
ancorata nel cuore, di conseguenza ci agevoliamo di una sana e serena
navigazione.
C'è gradito condividere foto, coinvolgimenti,
eventi, musiche, Haiku, pensieri, opere letterarie, arti poetiche... ebbene ci
si domanda...come mai?
Per il semplice fatto che tutti noi abbiamo un
cuore grande, sentimenti, passioni, affetti, impulsi, emozioni, vene
artistiche... che il più delle volte rimangono ben custodite negli androni del
nostro gioiello per eccellenza, con il rischio di spegnere quella luce che
tiene insieme il nostro "Io".
Ci piace immaginare la persona dall'altra parte
dell'ampia fibra, che si compiace per una tua parola, un intervento, un saluto,
una foto, siamo tutti un cuore d'arte in fin dei conti.
E a tutti fa piacere sentirsi graditi in qualche
modo, anche se questo compiacimento avviene virtualmente.
Tale compagine a ragnatela a livello mondiale,
accorcia notevolmente le distanze, laddove sembrerebbe
impossibile spingersi.
Altrimenti non avrebbe senso questa popolarità , se
non fossero tutti soffi vitali con un cuore grande e colmo d'arte.
Inoltre diviene una vetrina di facile utilizzo,
funzionale e concreta qualora ci si concentri sul beneplacito della schiera di
affetti, e sul vero senso del sussistere.
In fondo le moltitudini di persone del globo quando nasce un
bebè... sorridono allo stesso modo;
quando si sposa un parente, si felicitano allo
stesso modo.
Quando muore un parente, si addolorano allo stesso
modo.
Quando vince un premio, si rallegrano allo stesso
modo.
Insomma appariamo come un alveare di api regine che
si preoccupa, pensa, si entusiasma, crea, lavora, gioca, gioisce e soffre tutte
in egual misura, sebbene in arnie differenti.
Finisco affermando che
vi voglio bene e ringrazio fin da ora chi si sbroglierà in tale avventura
assieme a me, concedendomi il beneficio del dubbio sostenendo il mio operato
con l’assenso dei miei quadri.
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